Secondo la definizione della IASP (International Association for the Study of Pain) il dolore è un sintomo di difesa che ha il compito di allertare l’organismo e di difenderlo da agenti lesivi. E’ composto di una parte percettiva deputata alla ricezione e al trasporto dello stimolo lesivo – o potenzialmente tale – dalla periferia al cervello e di una parte esperienziale responsabile della elaborazione critica dell’impulso doloroso.
Negli ultimi anni le differenze di genere, nella percezione del dolore, sono state un argomento di crescente interesse e, studi clinici, hanno evidenziato che molte delle patologie responsabili del dolore cronico tendono ad avere incidenza maggiore nella popolazione femminile. Le donne presentano, peraltro, una maggior sensibilità al dolore su entrambi i piani, sensitivo (gli estrogeni rendono più sensibile e reattivo il sistema nervoso agli stimoli in generale e dunque anche a quelli dolorosi) ed emotivo.
C’è poi un mondo a parte, quello del dolore feto-neonatale che è ormai riconosciuto dalla fisiologia moderna nonostante ci sia ancora chi continui a negarne l’evidenza.
(…) In questo convegno si tratterà della gestione della terapia del dolore cronico, ricorrente o persistente, a partire dalla complessità ed eterogeneità della fisiopatologia, della clinica del dolore cronico fino alla valutazione dei risvolti psicologici ad esso legati. L’attenzione alle effettive possibilità terapeutiche, adeguate e personalizzate ai singoli pazienti, rappresenta una sfida da cogliere già nel presente per garantire il diritto a non soffrire.